Capezzoli introflessi e allattamento

Spesso chi ha i capezzoli introflessi crede che non riuscirà ad allattare il suo bambino, ma non è così. Innanzitutto, è importante sottolineare che il lattante non si attacca al capezzolo, ma all’areola. Di conseguenza, nella maggior parte dei casi è sufficiente una buona presa del seno per allattare senza problemi, anche con i capezzoli introflessi. Solo un’introflessione grave potrebbe interferire con l’allattamento, ma ci sono diversi modi per stimolare la protusione del capezzolo:

  • i modellatori per i capezzoli, da usare durante la gravidanza. Sono da indossare sotto al reggiseno e, grazie al foro in prossimità del capezzolo e la pressione del tessuto circostante, viene stimolata la protusione.
  • La tecnica di Hoffman, consiste in un esercizio da svolgere sin dalla gravidanza e che serve a distendere il tessuto del capezzolo. Si esegue appoggiando i pollici sulla base del capezzolo e spingendo verso la gabbia toracica allontanando le dita.
  • Tiralatte, da usare dopo il parto prima delle poppate per un paio di minuti. Questo sarà d’aiuto a far fuoriuscire il capezzolo e faciliterà l’attacco del neonato.
  • Stimolazione del capezzolo, da fare prima della poppata. Occorre afferrare il capezzolo tra pollice e indice e tirarlo verso l’esterno e l’interno per almeno un minuto, successivamente bagnare il capezzolo con acqua fredda per stimolare la protusione.
  • Siringa (Evert-it), è un dispositivo che simula la suzione come un tiralatte, ma è formato da una siringa con un’estremità in silicone.
  • Distendere il tessuto mammario durante la poppata. Mentre il bambino è attaccato al seno, tenere la mammella con una mano a “C”, ossia con il pollice al di sopra dell’areola e le altre dita al di sotto e distendere il tessuto della mammella facendo fuoriuscire il capezzolo.
  • Paracapezzoli, possibilmente da usare la prima volta con l’aiuto di un’ostetrica o una consulente in allattamento, perchè è fondamentale che il bambino si attacchi nel modo corretto per evitare l’insorgere di altri problemi come ragadi o ingorghi dovuti a un mancato svuotamento del seno. Se usati correttamente però sono molto efficaci perchè permettono al bambino di attaccarsi al seno e così il capezzolo, stimolato dalla suzione, si estroflette.

Infine, si ricorda che per una buona riuscita dell’allattamento è importante attaccare il piccolo al seno il prima possibile, quando il seno è ancora morbido perchè non c’è ancora stata la montata lattea. È fondamentale, inoltre, favorire l’attacco corretto, cioè: nasino allineato al capezzolo, mento appoggiato al seno, labbra ben rivolte all’esterno e, molto importante, deve afferrare buona parte dell’areola, non solo il capezzolo. Allattare con i capezzoli introflessi si può, bisogna solo dedicare un po’ di attenzione al proprio seno!

Giulia

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